giovedì 29 aprile 2021

Il Giardino della Biodiversità insieme a Marco Damele

Per valorizzare la conoscenza, la promozione e tutela dei fiori, delle piante e delle erbe spontanee, diretta streaming insieme a Marco Damele, attraverso una condivisione online di esemplari tra le più significative essenze che crescono spontanee o coltivate nel nostro territorio e presenti nel piccolo orto botanico di Camporosso.

"La natura è sempre stata generosa nel donarci migliaia di piante, molte delle quali giornalmente cerchiamo di distruggere con diserbanti chimici per una questione di estetica o profitto. Ma chi di noi realmente conosce queste piante?".

Il progetto è la testimonianza visiva del giardino di Marco, 30 anni di piante e fiori i che hanno accompagnato la crescita, lo studio e il rispetto per la natura dell’agricoltore-scrittore di Camporosso. Una vera e propria mostra di fiori unica nel suo genere, evento collaterale della manifestazione 'La forza della Natura', in ricordo di Libereso Guglielmi.



 

La Cipolla Egiziana e Libereso - DIRETTA LIVE

Aneddoti e riferimenti storici sulla cipolla egiziana , conosciuta e particolarmente amata da Libereso Guglielmi . Suggerimenti per una coltivazione del bulbo sostenibile e per un’idea di cucina ‘biodiversa’, adatta a tutti, semplificata e moderna, e resa originale da consigli e indicazioni sul suo utilizzo quotidiano da Marco Damele





lunedì 9 marzo 2020

Mangiare la cipolla egiziana per fare il pieno di Vitamina C . Indispensabile per il nostro organismo










Negli ultimi anni  è iniziato uno studio approfondito e dettagliato sulla cipolla egiziana ligure (Allium cepa viviparum), inserendo i dati ottenuti anche nella biblioteca dell’ Agricultural Research Organization Volcani Center di Israele, una delle più importanti fonti di ricerca agricola al mondo.
«Per noi, recuperare, salvare e rilanciare la coltivazione di questa varietà tradizionale, diventa un’ opera imprescindibile, ma se vogliamo lasciare alla pianta un futuro sicuro, bisogna pensare anche a chi la cucina e chi la mangia, studiandone i benefici alla salute che questo bulbo è capace di darci» - spiega  Marco Damele fautore e promotore del progetto, - «Così abbiamo iniziato a creare una rete collaborativa con diversi istituti di ricerca e medicina».
 “La cipolla egiziana è coltivata e studiata in Cina da molti secoli, – racconta Irina Reydes, medical doctor, First Moscow State Medical University. - scoprendo grazie alla ricerca del Sig. King Chow Ph.D, professore del Hong Kong University of Science and Technology, uno dei più stimati scienziati nel settore della genetica delle malattie umane e della biologia evolutiva, che la cipolla egiziana ligure appartiene allo stretto gruppo dei prodotti che stimolano il nervo trigemino sull’uomo. Un enzima particolare della cipolla egiziana ligure , l’allina,  interviene non solo sui ricettori del gusto, ma su tutto lo spettro sensitivo del nervo trigemino, e questo è fondamentale per le condizioni della polpa dentale. In parole più semplici oltre a proteggere dal raffreddore, la cipolla protegge la salute dei denti e di conseguenza la lunghezza della vita dell’uomo.
Sappiamo bene che la vecchiaia inizia con i denti. Dai tempi antichi l’ uomo cerca di curare i denti e la scoperta si trova proprio in questo punto; la regolare stimolazione del nervo trigemino stimola la funzione nutritiva della polpa dentale, una specie di ricarica del nostro orologio biologico prolungando di conseguenza la vita, un vero e proprio elisir di lunga vita racchiuso all'interno delle cipolle e in particolare della cipolla egiziana ligure.
Un “ siero” dell’immortalità conosciuto da sempre, testimoniato ad esempio, nel Codice di Hammurabi, uno fra le più antiche raccolte di leggi scritte, conosciuto come “ancient law of Mesopotamia” dove si parla appunto della necessita di provvedere ad una certa quantità del pane e cipolla ai servi, da mangiare regolarmente cruda.
Vi chiederete perchè proprio ai servi,  perchè i servi erano la principale fonte di ricchezza e potere e il costo della schiavitù veniva calcolato sulla base della dentatura e più i denti erano sani (e quindi rappresentavano la salute e la giovinezza ed era più facile una successiva rivendita riuscendo a recuperare il costo dello schiavo.)
In passato l’uomo non aveva a disposizione abbastanza cibo e la cipolla diventava essenziale; fortunatamente noi oggi abbiamo tanti altri prodotti oltre all’aiuto della medicina ma la cipolla rimane il rimedio naturale più attuale.
Anche la storia recente conferma l`importanza della cipolla egiziana per la popolazione umana. In Russia durante la Seconda Guerra Mondiale furono piantanti centinaia d' ettari di cipolla egiziana sia per aiutare l`esercito sia la popolazione civile carente di cibo. Possiamo tranquillamente affermare che la cipolla egiziana ha salvato migliaia di persone anche nel XX secolo. Il merito principale è dato dall'alta percentuale di vitamina C che la cipolla egiziana contiene rispetto alle altre cipolle conosciute e coltivate ( più del doppio). 
Oggi, grazie alla ricerca ed alla scienza, siamo finalmente arrivati a capire quello che i nostri antenati sapevano dall’antichità: la cipolla nella vita dell`uomo opera in due settori principali : quello culinario dove ogni tanto fa solo da cenerentola, donandoci  gusti più delicati e ricercati. Ma anche e soprattutto a livello della nostra salute, dove regna da principessa salvandoci i denti e prolungando la vita, una proprietà indotta  a livello del nervo trigemino, considerato come basilare per dare al nostro corpo la forza per sopravvivere. !"

venerdì 31 gennaio 2020

Marco Damele : "Diminuisce la biodiversità e l'agricoltura in Liguria come nel resto d'Italia sta scomparendo. A rischio il futuro del nostro territorio"








L'agricoltura, più o meno in tutti i paesi del mondo, inizia a manifestare segni di malessere. Non è quindi sorprendente il fatto che anche in Italia, dove il comparto cerca da sempre di fornire tutti gli alimenti di cui ha bisogno, agricoltori, contadini e consumatoti denuncino una situazione sempre piu' insostenibile. Sprechi alimentari,  mancanza di programmazione colturale,  spese di coltivazione e gestione insostenibili, burocrazia, inquinamento, cambiamenti climatici, degrado ambientale, terreni abbandonati e mancato ricambio generazionale sono parole chiave all'ordine del giorno per chi cerca di dare respiro ad un settore in agonia.
Riscattare l'agricoltura dal ruolo subordinato in cui viene tenuta rispetto ad altri settori produttivi e programmare l'utilizzazione del territorio agricolo a fini conservativi e non più speculativi: ambiente e agricoltura devono ritornare ad essere speculari,  rispettando e valorizzando la natura, in un territorio troppo cementificato, inquinato e purtroppo abbandonato. Investire per una agricoltura che migliori i redditi, le condizioni di vita di chi vi opera e e tuteli il territorio non solo tra i coltivatori ma anche tra i consumatori offrendo prodotti di qualità, sani a basso impatto ambientale. L'agricoltura non è un'industria, le nostre aziende non sono catene di montaggio industriali ma devono rispettare vincoli ambientali e conservare il mondo naturale.
‘Coltivare bene è pensare e vivere bene’, una sfida che le nuove generazioni stanno raccogliendo tanti sono i giovani che giornalmente vengono coinvolti nel progetto, sempre più numeroso sempre più sostenibile e legato al territorio. L’agricoltura costituirebbe per i giovani un serbatoio in grado di portare sicurezza e lavoro, aumentando la propria capacità produttiva ed in grado di ridare competitività e redditività. In Italia sono ancora pochi i giovani che gestiscono imprese agricole paragonati ai numeri arrivano dalle altre nazioni europee , in particolar modo riferiti all’imprenditoria giovanile nei paesi dell’ Europa dell’est.
Un quadro però non del tutto buio. Qualcuno ha reagito: sono i giovani rimasti, coloro che hanno la stoffa dell’imprenditore unita al desiderio di continuare a proteggere il nostro territorio, la biodiversità e l’ambiente in cui viviamo. Da questi sta emergendo caparbiamente un’agricoltura nuova, capace di competere e di affermarsi. Un invito dunque a tornare ad occuparsi di agricoltura anche nella nostra provincia, in modo intelligente; se da una parte sono diminuite le imprese, dall’altra sono aumentate di superficie , con strutture moderne al passo con i tempi e preparazione tecnica ; un occhio al futuro con radici ben salde alle nostre tradizioni economiche agricole, alla biodiversità ed alla difesa del pianeta diminuendo le sostanze chimiche utilizzate, aumentando la fertilità del terreno migliorando l'ecosistema agrario.

Marco Damele, perito agrario, scrittore, imprenditore agricolo e tecnico biologico e di Camporosso in provincia di Imperia, è protagonista da oltre vent’anni nel mondo della floricoltura del ponente ligure. Dai premi nazionali e internazionali ricevuti per la sua coltivazione di verde ornamentale, dopo un arricchimento professionale alla guida dei giovani agricoltori, ha orientato l’attività dell’azienda sulla ricerca e coltivazione delle antiche varietà orticole, di cui per via della moda, dei gusti e della richiesta di mercato si erano letteralmente perse le tracce. In particolare ha studiato e reintrodotto la cipolla egiziana ligure (Allium cepa viviparum), diventata in poco tempo preziosa ed autentica testimone della biodiversità del Ponente ligure.
Marco oggi è un contadino moderno, un custode della biodiversità, titolare di un’azienda all’avanguardia orientata al futuro che alterna alla coltivazione, anche una ricca attività di incontri e conferenze in giro per l’Italia. Per Edizioni Zem ha scritto nel 2017 e 2019 insieme alla giornalista Irina Reydes i libri "La cipolla Egiziana " e   “Una storia di agrobiodiversità del Ponente Ligure”,  nel 2018 la sua prima raccolta di ricette vegetariane intitolata “Cucinare la Cipolla Egiziana” e fresco di stampa il suo ultimo libro " Breviario di Agricoltura, biodiversità e tradizioni contadine". 

sabato 14 dicembre 2019

Il mito del sovranismo nell'agricoltura di oggi. Un falso mito pericoloso.




Conoscere le piante é tutelare il nostro patrimonio vegetale, è rimarcare il loro valore ambientale e culturale. La storia dell'umanità dovrebbe essere riscritta attraverso quella di ogni singola pianta, anche dedicando in ogni città vie e piazze a fiori, piante ed alberi.

In Italia ci sono oltre 5000 specie botaniche non autoctone, cioè non originarie del nostro territorio ma arrivate in Italia grazie alla migrazione dei popoli, agli scambi commerciali o per casualità che quotidianamente noi consumiamo nelle nostre tavole, coltiviamo nei nostri terreni o ammiriamo nei giardini. Siamo però pronti a difendere a spada tratta il "Made In Italy", parlando di cibo italiano e sovranismo alimentare senza conoscere però la Storia.

Possiamo tranquillamente affermare che la migrazione dei popoli e la maggior parte delle piante che comunemente siamo abituati a consumare nelle nostre tavole si intrecciano e rappresentano quel patrimonio vegetale che siamo abituati a conoscere e chiamare Made in Italy.